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A 15 mesi dall’introduzione del reato di omicidio stradale, gli incidenti mortali hanno ricominciato a crescere. E la causa principale dei sinistri non è più l’eccesso di velocità ma lo smartphone che distrae alla guida. A dirlo sono i dati diffusi dalla Polizia di Stato durante un convegno sugli effetti della legge sull’omicidio stradale. Nei primi 15 mesi dalla sua entrata in vigore, sono stati rilevati 894 incidenti mortali e in 479 casi (il 53%), è stato contestato il nuovo reato. Le persone arrestate sono trentadue e i casi gravi, quelli per i quali è prevista la detenzione fino a 12 anni, sono stati 26.
“Colpa della velocità, dell’imprudenza e, soprattutto, della distrazione”, secondo Gabrielli capo della Polizia,, che mette sul banco degli imputati gli smartphone: “Una iattura, sono strumenti eccezionali, straordinari, che ci hanno cambiato la vita ma che stanno anche modificando i nostri livelli di attenzione. E se è importante essere connessi con il mondo, è soprattutto importante essere connessi con il mezzo che guidiamo”.
Che lo smartphone sia ormai la prima causa di incidenti stradali lo dicono le statistiche, seppure con parecchi distinguo. I dati diffusi dall’Istat lo scorso ottobre citavano la distrazione come fattore del 21,4% dei sinistri sulle strade extraurbane, seguita dalla velocità elevata (17,3%) e dalle distanze di scurezza non adeguate (13,4%), laddove in città la distrazione causerebbe il 15,4% degli incidenti, preceduta dalla mancata osservazione di precedenze e semafori (18,6%), che comunque può essere causata dalle distrazioni. Secondo l’Aci, invece, “In Italia 3 incidenti su 4 sono dovuti alla distrazione, che, ogni anno, falcia migliaia di vite. E cellulari e smartphone sono una delle cause principali”.